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Tra le abilità lavorative più richieste troviamo la capacità di lavorare sotto pressione. I cambiamenti nel mondo nel lavoro hanno fatto sì che le scadenze strette, la richiesta di maggiore disponibilità e le molte attività in sospeso sono ormai la norma in una società come la nostra votata alla produttività.

Quali sono le conseguenze di lavorare a lungo sotto pressione?

Il lavoro può portare con sé una certa pressione perché implica fatica, richiede il superamento di ostacoli o la risoluzione di problemi, con notevole dispendio di energia e molta tensione. Imparare a gestire le scadenze e saper affrontare la pressione crescente, tuttavia, non può diventare la norma e quando superiamo le conseguenze del superamento del nostro livello di tolleranza allo stress non tardano a fare capolino le conseguenze. Si passa così dal cosiddetto eustress, cioè quella dose positiva di stress che ci dà energia e motivazione e alimenta la nostra creatività, al cosiddetto distress, cioè quello stress distruttivo a livello sia fisico che mentale. Lo stress causato dal lavoro sotto pressione non solo fa precipitare le nostre prestazioni, ma ci blocca, portando a irritabilità, frustrazione ed effetti sulle nostre prestazioni cognitive, sia verbali che logiche. Secondo un esperimento condotto in Germania nell’arco di otto settimane, lavorare sotto stress ha un iniziale effetto positivo per le persone che lo vedono come una sfida. Tuttavia, questo effetto viene meno nel corso del tempo, poiché la pressione del tempo riduce l’impegno sul lavoro e demotiva i lavoratori.

Imparare a lavorare sotto pressione e… a dire “no”

Lo stress in ambito lavorativo può essere generato da diversi fattori, che vanno dal carico di lavoro eccessivo alle aspettative irrealistiche di performance, passando per ambienti lavorativi tossici, salati inadeguati oppure assenza di controllo sulle decisioni.

Per molto tempo, lavorare sotto pressione è stata considerata un’abilità desiderabile, ma non è più auspicabile né sostenibile: il lavoro dovrebbe, invece, essere fonte di soddisfazione personale e professionale. La pressione, perciò, dovrebbe essere mantenuta entro limiti ragionevoli e dovremmo diventare consapevoli di quelli che sono i nostri limiti, che non ci rendono peggiori né migliori, ma semplicemente preziosi e umani.

Quando il lavoro sotto pressione ci porta a superare questi limiti e inizia a diventare la norma, dobbiamo cominciare a riflettere sul valore che hanno il nostro equilibrio mentale e la nostra salute al di sopra delle aspettative e delle pressioni. Per questo motivo, individuiamo insieme alcuni consigli utili da adottare in caso di forte stress sul lavoro:

  • Individua i fattori scatenanti, come situazioni, persone o ambienti;
  • Rispondi allo stress con comportamenti salutari;
  • Stabilisci confini sani e differenzia il tempo casa-lavoro;
  • Prevedi, tra gli impegni, del tempo per svagarti e ricaricarti;
  • Ascolta il tuo corpo e i segnali che esso ti invia;
  • Cerca il supporto di un professionista, se necessario.

Non sempre si hanno le risorse per riuscire ad affrontare da soli situazioni di stress e campanelli d’allarme quali sintomi fisici, emotivi o comportamentali. Rivolgersi a un professionista può aiutare a recuperare una visione d’insieme e ripartire da una prospettiva diversa, facendo i passi necessari per cambiare un modello di lavoro che non è sostenibile né auspicabile.