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Ci risiamo. Lucine, pacchetti regalo, “a te e famiglia”: ormai mancano pochi giorni al Natale e, qualunque sia la visione che abbiamo delle feste, queste in un certo senso agiscono sul nostro cervello.
Scopriamo come.

Familiari

Non è Natale senza cenoni o pranzi con i parenti più stretti, ovviamente nel rispetto delle norme vigenti. La sensazione che questi momenti di condivisione trasmettono è certamente di calore: la ragione si individua nell’ossitocina, anche nota come ormone dell’amore, che stimola la fiducia e regola sia la capacità di fortificare i rapporti interpersonali che l’istinto materno.

Altruismo

Quando acquistiamo e impacchettiamo doni per i nostri cari, gli amici e/o i colleghi, si innesca un circolo positivo che riduce lo stress, appaga da eventuali fatiche e incoraggia a donare ancora. Quale migliore ricompensa?

Stress

L’altra faccia della generosità è proprio lo stress. Ammettiamo: l’idillio delle feste è – quasi – sempre preceduto da corse matte e disperate per preparativi e acquisti che innescano una risposta fisiologica da parte dell’organismo, che rilascia adrenalina e cortisolo. Quest’ultimo agisce sull’ippocampo, minando le abilità nel multitasking e la memoria.

Indigestioni

Esagerare con il cibo attiva un legame tra sistema immunitario e ipotalamo: quel fastidio tipico che avvertiamo dopo le abbuffate è legato a un debole stato infiammatorio che, se prolungato, può condurre all’insorgenza di patologie cardiache o del diabete di tipo 2.

Spirito natalizio

La gioia e l’euforia tipiche del Natale agiscono anche sui neurotrasmettitori come serotonina e dopamina, che regolano il nostro stato di benessere. Se la prima amplifica il senso di cura e appartenenza, la seconda si rifà al senso di ricompensa e alla ricerca di stimoli piacevoli. Le persone che festeggiano il Natale, inoltre, mostrano un incremento dell’attività cerebrale in aree che implicano la spiritualità e il riconoscimento delle emozioni dalle espressioni facciali.

Le feste, tuttavia, sono anche un momento di valutazione e riflessione sull’anno appena trascorso, sugli obiettivi realizzati e sulle occasioni perdute. Le emozioni possono divenire allora contrastanti e, talvolta, a prevalere possono essere proprio delusione e tristezza, fino a sfociare nei casi più estremi in veri e propri episodi depressivi. Le festività sono un momento di pausa dalle normali attività che occupano le nostre giornate e tutti i disagi e le difficoltà che fino a questo momento credevamo di aver gestito, o più spesso ignorato, vengono a galla quasi prepotentemente. Cosa fare allora per affrontare dolori e frustrazioni? Il primo passo è quello di fermarsi a riflettere sui pensieri collegati alle nostre emozioni, che hanno tutto il diritto di emergere, essere vissute. Provare a razionalizzare e condividere il nostro vissuto può aiutarci a superare la sensazione di solitudine e, perché no? Anche spingerci a metterci alla prova per superare strategicamente questi momenti di difficoltà.