Il Natale trascorso in famiglia è una tradizione cui sarà difficile, ma doveroso, rinunciare. Il tempo trascorso con i nostri cari, magari nella casa in cui siamo cresciuti, può esporci a un maggiore rischio di contagio. Il contesto di gruppo, come sostenuto dal professore di psicologia Stephen Reicher in un editoriale pubblicato sul Guardian, può indurci ad abbassare la guardia, facendo sì che le persone a noi vicine non siano viste come “altri”, bensì come “parte di un sé sociale esteso, come una risorsa piuttosto che un impedimento”. Il senso di identità condivisa e la creazione dell’intimità hanno effetti positivi sia sulla mente che sul corpo, ma lo svantaggio porta a vedere gli altri in termini così positivi da trascurare la nostra salute, condividendo cibo, bevande, make-up. “Persino spazzolino da denti”, sottolinea Reicher.
Insomma, la convivialità ci porta ad abbassare la guardia in ambito familiare, considerando i nsotri cari come fonti di supporto e sicurezza, dimenticando così le restrizioni.
La pandemia sta mettendo tutti alla prova: secondo l’OMS, il 60% delle persone soffre della cosiddetta pandemic fatigue, cioè la stanchezza associata alla pandemia e alla nuova realtà che stiamo vivendo mentre per un adulto su cinque il livello di stress è più alto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in particolare per la fascia genitoriale. Chi affronta in prima persona la malattia o l’emergenza, inoltre, accusa ansia, stress, incubi e sintomi depressivi.
Con l’approssimarsi delle feste, dobbiamo attivare tutti gli elementi protettivi di cui abbiamo fatto tesoro nei mesi scorsi. La tecnologia viene in nostro aiuto: possiamo infatti mantenere l’essenziale connessione con gli altri tramite telefono o attraverso le videochiamate. Anche l’attività fisica svolta in sicurezza, una dieta sana e una buona routine di riposo possono essere un ottimo aiuto contro il malumore.
Quest’anno più che mai possiamo fare un esercizio di compassione importante. Sebbene la distanza sia un peso per tutti noi, non dobbiamo soffermarci solo sulla festa comandata. Viviamo un’esperienza straordinaria, che riguarda tutta la collettività: allargare lo sguardo, allenando la compassione e l’empatia, distoglierà l’attenzione dalle piccole mancanze quotidiane. Orientiamoci, piuttosto, al futuro: il rigore di oggi si tradurrà nella ripresa di domani.
Concediamoci anche del tempo per stilare un bilancio su ciò che abbiamo imparato quest’anno, ciò che dobbiamo ancora imparare e cosa possiamo ancora trarre di buono persino in questo periodo. Stiliamo una lista di propositi da realizzare e concentriamoci sull’oggi per costruire il domani. Concentriamoci, infine, sugli aspetti positivi e coltiviamo la gratitudine soffermandoci a pensare a quello che di buono possediamo.