Psicologo, psicoterapeuta e coach sono figure diverse nella tipologia di servizi che offrono, nelle difficoltà che si prefiggono di affrontare e nelle soluzioni che indicano. La principale differenza sta innanzitutto nel riconoscimento da parte dello Stato: lo psicologo e lo psicoterapeuta sono figure professionali riconosciute, iscritti ad appositi albi, che per esercitare devono attenersi a requisiti minimi; il coach, invece, no.
Chi è un coach e che cosa fa?
Il coach è una figura professionale capace di far sviluppare le risorse e affinare le competenze di ciascuno. Il coaching si diffonde a partire dagli anni Settanta del Novecento e la sua teorizzazione si deve a W. Timothy Gallway. Fino a quel momento, il termine veniva utilizzato semplicemente per descrivere i tutor universitari, ma grazie a Gallway diviene colui/colei capace di intercettare, capire e valorizzare il potenziale di una persona, elaborando programmi per farlo esprimere appieno al fine di raggiungere gli obiettivi personali e professionali di ciascuno. In Italia, l’Associazione Coaching Italia stabilisce, secondo la norma UNI 11601 2015, che il coach e la relativa metodologia non sono equiparabili né a un corso di psicoterapia né all’attività di uno psicologo. Il coaching, quindi, ricade sotto la legge 4/2013, è una professione non regolamentata e consta di un piano d’azione dettagliato, fatto di step, per raggiungere i propri obiettivi. Questo piano è duttile e può cioè essere modificato in base alle scelte fatte dalla persona oppure da nuove direzioni che si intendono imboccare per poter raggiungere ed esprimere la versione migliore di sé in ogni campo.
Qual è la differenza tra coach e psicologo?
Le differenze sono sia formali che sostanziali.
Dal punto di vista formale, i percorsi formativi e le abilitazioni da conseguire sono diverse: non vi sono requisiti minimi necessari allo svolgimento della professione di coach, né una norma di riferimento; per diventare psicologi è invece necessaria un’apposita laurea magistrale, cui seguono un tirocinio professionalizzante e il superamento dell’esame di stato per ottenere l’abilitazione, poter essere iscritti all’albo professionale e di conseguenza esercitare.
Dal punto di vista sostanziale, il coach è focalizzato sul futuro del singolo e sugli obiettivi di natura personale o professionale; lo psicologo, invece, lavora sul vissuto e sul presente del paziente con l’obiettivo di affrontare determinati malesseri e provare a individuarne le cause.
Anche gli spazi differiscono: il coaching viene offerto nella maggior parte dei casi da remoto e può avvenire in un ambiente pubblico; la psicoterapia, invece, può essere svolta sia di persona che da remoto, ma avviene in forma privata.
Psicologo e psicoterapeuta, quali differenze?
Quello dello “psicoterapeuta” è un titolo legale aggiuntivo rispetto a quello dello psicologo e si consegue dopo una specifica formazione post-lauream quadriennale, con tirocinio pratico continuativo e supervisione.
Lo psicoterapeuta, a differenza dello psicologo, è il professionista indicato nella cura di disturbi psico-patologici (il titolo non abilita comunque alla prescrizione di farmaci qualora il clinico sia uno psicologo e non un medico).
Come capire a chi è necessario rivolgerci?
In presenza di un disagio soggettivo che non si associa a una particolare sintomatologia, può essere utile rivolgersi inizialmente a uno psicologo con cui valutare la natura della problematica da affrontare, che saprà indirizzare verso la figura più adatta.
Qualora invece il disturbo influisca negativamente sul funzionamento della persona, sarà opportuno l’intervento dello psicoterapeuta oppure dello psichiatra qualora sia necessario impostare anche un trattamento farmacologico volto ad alleviare il grado di sofferenza e ristabilire le condizioni sufficienti al lavoro psicoterapeutico. In un’ottica di integrazione, infine, accade sovente che psichiatra e psicoterapeuta lavorino in stretta collaborazione.