Accade spesso, prima o poi, di trovarsi in una seduta di psicoterapia e non sapere cosa dire. Un vuoto imbarazzante, un silenzio che sembra pesare come un macigno. “E adesso?” potrebbe pensare il paziente, cercando disperatamente qualcosa di interessante da dire. Ma cosa succede davvero in questi momenti? Sono un problema da risolvere o un’opportunità da esplorare?
Il Silenzio in Terapia: Un’Interruzione o un Messaggio?
Il silenzio in terapia può avere molti significati. Può essere un momento di riflessione, un segnale di resistenza, un bisogno di elaborare emozioni profonde o persino un modo per testare il terapeuta. È importante capire che non è sempre un “vuoto” da riempire, ma spesso uno spazio prezioso in cui accade qualcosa di significativo.
Alcuni possibili motivi dietro il silenzio:
• Elaborazione interiore: Il paziente sta pensando, cercando di dare un senso alle proprie emozioni e alle cose emerse nella seduta.
• Paura o vergogna: Alcuni argomenti possono essere difficili da affrontare, e il silenzio diventa un modo per evitarli.
• Test del terapeuta: Il paziente può osservare come il terapeuta reagisce, cercando di capire se può fidarsi.
• Resistenza al cambiamento: Il silenzio può essere un modo inconscio per evitare un tema doloroso o una consapevolezza scomoda.
• Semplice stanchezza: A volte, il paziente è solo stanco o ha avuto una giornata intensa e non ha molto da dire.
Cosa Fare Quando Non Si Sa Cosa Dire?
Se il paziente si trova senza parole in terapia, non è un problema, ma un’occasione per esplorare cosa sta accadendo dentro di sé. Alcune strategie utili possono essere:
• Accettare il silenzio: Non c’è bisogno di riempire ogni momento con parole. A volte, stare in silenzio permette di entrare in contatto con emozioni più profonde.
• Esplorare il silenzio: Chiedersi “Cosa sto provando in questo momento?” può aiutare a capire se ci sono emozioni non ancora espresse.
• Condividere il disagio: Dire semplicemente “Non so cosa dire” può aprire una conversazione su cosa significa questo momento di blocco.
• Lasciarsi guidare dal terapeuta: Spesso il terapeuta noterà il silenzio e potrà aiutare a esplorarne il significato.
Il Ruolo del Terapeuta: Riempire o Sostenere il Silenzio?
Un terapeuta esperto non ha paura del silenzio, ma sa ascoltarlo. Può scegliere di rispettarlo, lasciando al paziente lo spazio per elaborare, oppure può intervenire con una domanda che aiuti a sbloccare il flusso della seduta.
Alcune domande che un terapeuta potrebbe porre in questi momenti:
• “Cosa sta succedendo dentro di te in questo momento?”
• “Come ti senti in questo silenzio?”
• “C’è qualcosa che eviteresti di dire?”
• “Ti è già capitato di sentirti così?”
In alcuni casi, il terapeuta può anche lasciare che il silenzio si prolunghi, permettendo al paziente di abituarsi a quel vuoto e scoprire cosa emerge spontaneamente.
Conclusione: Il Silenzio Come Spazio di Crescita
Non sapere cosa dire in terapia non è un fallimento, ma un’opportunità. È un momento in cui la mente può riorganizzarsi, in cui le emozioni possono emergere senza forzature. In un mondo pieno di parole e rumore, la terapia offre uno spazio in cui anche il silenzio può parlare, rivelando ciò che spesso resta nascosto.