Quante volte da bambini avremo affermato ingannevolmente “mamma ha detto che potevo mangiare il gelato”?
Avremo utilizzato la consapevolezza della mente altrui per piantare false conoscenze: avremo, insomma, mentito. Si tratta ovviamente di un comportamento socialmente poco desiderabile, che cambia con l’età.
Pensiamo alle prime menzogne dei bambini: sono spesso più divertenti che efficaci, poiché essi hanno acquisito la consapevolezza di poter ingannare gli altri, ma non sanno ancora farlo così bene. Prima degli otto anni, i bambini tendono a mentire spesso e, crescendo, la loro capacità di prendere decisioni si sviluppa fino a renderli in grado di comprendere quale tipo di menzogna potrebbe essere credibile per gli altri. A migliorare sono poi, al tempo stesso, la moralità e la capacità di mantenere le menzogne nel tempo. I bambini più piccoli mentono per lo più per un guadagno personale, mentre i bambini più grandi sviluppano la tendenza a sentirsi in colpa se mentono. In particolare, bambini più grandi e adolescenti sono più propensi a distinguere diversi tipi di menzogne, tra cui le bugie bianche, considerate più appropriate di quelle nocive.
Se i bambini mentono di rado, gli adolescenti sono particolarmente inclini a mentire sia ai genitori che agli insegnanti: secondo un recente studio, inoltre, l’82% degli studenti statunitensi hanno mentito ai genitori su amici, incontri, feste o soldi nell’anno precedente.
Menzogne, se e quando preoccuparsi
La menzogna nei bambini raramente è motivo di preoccupazione. Ricordiamo che anche noi adulti mentiamo, sia a fin di bene – come nel caso di bugie bianche – che in malafede.
Recenti studi hanno rilevato che circa il 40% degli adulti statunitensi riferisce di aver mentito nel 24 ore precedenti.
La menzogna diventa cronica, e fonte di preoccupazione, se accompagnata da comportamenti disadattivi: nel contesto infantile, l’inganno che passa dalla menzogna è presente sia nel disturbo della condotta che nel disturbo oppositivo provocatorio. Bambini e adolescenti affetti da questi disturbi presentano comportamenti aggressivi persistenti, ai danni di altri o di proprietà. Per essere accostata a una diagnosi, tuttavia, la menzogna dovrebbe verificarsi in concomitanza a sintomi quali il rifiuto di rispettare le figure di autorità, l’incapacità di assumersi le responsabilità delle proprie azioni e le violazioni persistenti delle regole.
La menzogna diventa inoltre motivo di preoccupazione quando l’atto di mentire serve per mascherare altri disagi dovuti alla paura o alla vergogna, come per esempio nel caso di un bambino o un adolescente che soffra di ansia grave e menta per evitare di affrontare le situazioni che teme (la scuola, le feste, eccetera) oppure menta per evitare lo stigma dei disturbi mentali.
In questi casi, sarà opportuno consultare uno specialista che supporti sia il bambino (o l’adolescente) che la famiglia.
La menzogna come azione evolutiva
La menzogna altro non è che un’azione evolutiva normale. Perciò, genitori e insegnanti possono supportare l’istinto alla narrazione della verità da parte di bambini e adolescenti in tre modi.
Innanzitutto, è opportuno evitare punizioni esagerate. Uno studio ha messo a confronto una scuola dell’Africa occidentale in cui si faceva ricorso alle punizioni con una scuola in cui si prediligevano rimproveri non punitivi: al termine della ricerca, è emerso che gli studenti della prima scuola erano maggiormente inclini a ricorrere all’uso di bugie. Anche i bambini provenienti da ambienti familiari che danno molta importanza al seguire le regole e al dialogo aperto ricorrono più spesso alle menzogne. In secondo luogo, è molto importante il dialogo con i bambini su scenari emotivi e morali, che supportano la comprensione dei danni che comportano le bugie, di come influenzano chi sta loro intorno e di come potrebbero essi stessi sentirsi mentendo. Infine, è bene assicurarsi di trovarsi davvero innanzi a una bugia. Spesso i bambini molto piccoli tendono a confondere la vita reale con l’immaginazione, mentre i bambini più grandi e gli adolescenti (ma anche gli adulti) spesso ricordano argomenti in modo diverso l’uno dall’altro.
Mentire è normale dal punto di vista evolutivo, è solo un modo in cui i bambini imparano a navigare nel mondo sociale ed è correlato allo sviluppo di altre abilità cognitive. Se invece la menzogna è persistente e/o compromette la capacità del bambino di funzionare efficacemente nella quotidianità, sarà appropriato consultare una figura esperta.