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Psicoterapia e chirurgia: perché non sono (e non devono essere) la stessa cosa

da | 12 Apr 2025

“Dottoressa, io voglio risolvere. Voglio che lei mi tolga questa ansia, come si toglie un’appendice.”

Quante volte chi fa il nostro mestiere si sente rivolgere, esplicitamente o tra le righe, una richiesta simile. Una domanda chirurgica rivolta alla psicoterapia. Come se il disagio psichico fosse un tessuto da asportare. Come se il terapeuta fosse un chirurgo della mente.

Ma no. La psicoterapia non è un’operazione. E il terapeuta non è lì per “rimuovere il problema”.

Anzi, spesso la vera cura non è nel togliere, ma nel restare, esplorare, comprendere. E, a volte, persino nel integrare ciò che sembra un nemico.

Chirurgia: il modello dell’intervento risolutivo

La chirurgia ha una logica chiara e (quasi) immediata:

Si individua un problema localizzato. Si pianifica un intervento tecnico. Si elimina o ripara la parte compromessa. Si guarisce (o ci si aspetta di farlo) in tempi certi.

In questo processo, il paziente ha un ruolo passivo: si affida, si addormenta, “viene sistemato”.

Ed è giusto così. Funziona.

Psicoterapia: il modello della trasformazione partecipata

La psicoterapia funziona in modo molto diverso.

Non c’è bisturi, non c’è anestesia, e soprattutto non c’è un professionista che “risolve” mentre il paziente resta a guardare.

Qui il paziente è parte attiva e fondamentale del processo.

È lui che:

porta materiale, ricordi, domande; mette in discussione vecchi schemi; si confronta con le emozioni; sperimenta nella relazione col terapeuta nuove modalità di stare al mondo.

La terapia non si fa “su” qualcuno. Si fa con qualcuno.

È un processo a due, in cui il cambiamento è co-costruito, mai somministrato.

Il sintomo non si estirpa, si ascolta

Anche l’ansia, la tristezza, l’apatia o i pensieri ossessivi non sono corpi estranei da eliminare, ma linguaggi da decifrare.

La psicoterapia non promette l’estirpazione del dolore, ma una trasformazione della relazione che si ha con quel dolore.

E in questo percorso, il paziente non solo è coinvolto: è il vero protagonista.

Chiedere una terapia “come un’operazione” è comprensibile… ma limitante

È umano sperare che qualcuno “faccia sparire il problema”. Soprattutto quando la sofferenza è forte. Ma in psicoterapia, quel modello chirurgico non funziona.

Perché la psiche non si taglia, non si corregge, non si sutura.

Si attraversa, si ascolta, si reinventa.

E tutto questo accade mentre il paziente è sveglio, partecipe, coraggiosamente esposto a se stesso.

Nessuna anestesia. Solo presenza.

Conclusione: la cura non è rimozione. È rivoluzione interiore.

La chirurgia salva vite. Ma la psicoterapia può cambiare il modo in cui si vive.

E non lo fa operando “sul paziente”, ma insieme a lui, nel tempo, nel dialogo, nell’incontro.

Quindi no, non ti tolgo l’ansia.

Ma posso aiutarti a conoscerla, capirla, trasformarla.

E in quel processo, forse, scoprirai qualcosa di molto più prezioso di una “soluzione”: una versione più autentica di te.

Abbiamo parlato di:

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