Chiunque abbia vissuto una relazione – di coppia, familiare, di amicizia o di lavoro – sa bene che le relazioni umane sono spesso complicate, faticose, a volte persino dolorose.
Allora la domanda viene spontanea: perché, se ci fanno così penare, sembrano essere allo stesso tempo indispensabili e vitali?
La fatica delle relazioni
Le relazioni ci costringono a confrontarci con l’altro, con la sua diversità, con i suoi bisogni che non sempre coincidono con i nostri.
Mettono a nudo le nostre vulnerabilità: la paura del rifiuto, il bisogno di essere riconosciuti, la difficoltà a tollerare la frustrazione.
Sono faticose perché ci chiedono di uscire dal nostro centro e di negoziare continuamente la nostra identità con quella dell’altro.
Un bisogno che viene da lontano: l’evoluzione
Se le relazioni ci costano tanta energia, perché non abbiamo imparato a farne a meno?
La risposta è semplice: senza relazioni non ci saremmo mai evoluti come specie.
La sopravvivenza nel gruppo Nei nostri antenati, l’appartenenza a un gruppo era questione di vita o di morte. Da soli non si poteva cacciare, difendersi, proteggere i piccoli. Chi restava escluso dal gruppo difficilmente sopravviveva. Il cervello sociale L’essere umano ha sviluppato un cervello profondamente “sociale”. Le aree legate all’empatia, al riconoscimento delle emozioni e al linguaggio si sono evolute proprio per migliorare la cooperazione. Questo significa che la nostra biologia è programmata per connettersi. La riproduzione e la cura della prole Le cure parentali prolungate (tipiche della nostra specie) hanno reso necessario un sistema di attaccamento solido. L’amore e il legame non sono un “lusso emotivo”: sono stati meccanismi indispensabili per garantire che i piccoli sopravvivessero.
Dalla tribù alla società moderna
Il paradosso è che oggi, pur non avendo più bisogno del gruppo per sopravvivere fisicamente, il nostro cervello funziona ancora come quello dei nostri antenati.
Per questo l’isolamento è percepito come una minaccia reale: aumenta il cortisolo (ormone dello stress), peggiora la salute fisica e aumenta il rischio di depressione.
In altre parole, anche se oggi potremmo vivere “da soli”, il nostro corpo e la nostra mente non sono fatti per la solitudine.
La relazione come specchio e come cura
Le relazioni non servono solo a proteggerci, ma anche a conoscerci.
È attraverso il rapporto con l’altro che comprendiamo chi siamo, cosa desideriamo e dove sono i nostri limiti.
Ecco perché, in terapia, è proprio la relazione a diventare lo strumento principale di cura: le ferite delle relazioni si riparano attraverso una nuova esperienza relazionale.
Conclusione
Le relazioni sono faticose perché ci obbligano a uscire da noi stessi e a confrontarci con la diversità dell’altro.
Ma sono vitali perché senza di esse non saremmo mai diventati umani: ci hanno permesso di sopravvivere, di crescere e di evolverci.
Forse il punto non è eliminare la fatica delle relazioni, ma accettare che proprio in quella fatica si trova la nostra eredità evolutiva: il bisogno di appartenere, di cooperare, di vivere insieme.



