Ancor più che gennaio, settembre viene spesso visto come il mese della ripartenza.
Tra il rientro dalle ferie, la diminuzione delle ore di luce, il ritorno al lavoro e l’inizio della scuola, ci troviamo di fronte a un passaggio che può divenire faticoso. Talvolta, infatti, anche la sola idea di riprendere l’attività scolastica o lavorativa può generare pensieri spiacevoli che causano stress e disagio oppure rovinano gli ultimi giorni di riposo.
Post vacation syndrome
Proprio questa particolare tipologia di stanchezza e apatia, secondo i dati Istat, affligge circa una persona su dieci al rientro dalle vacanze. Viene comunemente detta “Post vacation syndrome” e porta con sé sintomi fisici quali debolezza, disturbi del sonno, difficoltà nella digestione e mal di sta, ma anche insoddisfazione e ansia. Queste difficoltà acuiscono la fatica legata al rientro alle rispettive attività ed è importante prenderci cura di noi, prevenendole con alcuni accorgimenti oppure domandandoci se i sintomi siano invece la manifestazione di un disagio più profondo.
L’attività di prevenzione può iniziare qualche mese prima attraverso un’organizzazione puntuale di impegni e scadenze brevi: non rimandare tutto a settembre, infatti, previene l’ansia eccessiva al rientro alle attività.
L’organizzazione, inoltre, deve tener conto dei momenti di pausa da dedicare a noi stessi, così da non relegare il riposo esclusivamente nei periodi di vacanza. Può essere utile, inoltre, organizzare le ferie in modo da prevedere, sia alla partenza che al rientro, giornate che permettano di cambiare i propri ritmi in maniera graduale così da non stravolgere repentinamente le abitudini acquisite. Il sonno, l’attività e le abitudini alimentari necessitano infatti di tempo per trovare un nuovo equilibrio.
È importante, al tempo stesso, cercare di focalizzare l’attenzione su programmi futuri e pensieri positivi, ma soprattutto su obiettivi possibili, evitando di caricare la nostra mente e il nostro corpo di impegni gravosi.
Impariamo ad ascoltare noi stessi
Nella maggior parte dei casi, il disagio da rientro è normale e temporaneo e nel giro di pochi giorni siamo nuovamente pronti ad affrontare le attività in maniera produttiva.
In alcuni casi, invece, il malessere può prolungarsi nel tempo oppure essere il segnale di un problema più radicato. Presi dalla frenesia della quotidiana, non diamo più a noi stessi il tempo per ascoltarci e comprendere di cosa abbiamo realmente bisogno. È in queste circostanze che l’ansia ha la meglio e si rischia di rimanere in balia di sensazione che difficilmente riusciamo a ricondurre a qualcosa di specifico.
In questo caso, il primo passo da compiere è dare il giusto valore ai propri spazi e al modo in cui si vivono, così da comprendere quanto siano soddisfacenti e cosa apportino al nostro stesso benessere. Prendiamo in esame proprio il rientro dalle vacanze, il momento cioè in cui ritroviamo amici, colleghi e persone che fanno parte della nostra quotidianità: quante di queste circostanze sono state realmente scelte da noi?
Qualora dovessimo avvertire dell’insoddisfazione, questa potrebbe essere legata all’allentamento di ciò che abbiamo vissuto in vacanza oppure a ciò che abbiamo ritrovato al rientro. L’insoddisfazione fa parte proprio delle sensazioni in maggiore aumento negli ultimi tempi e i momenti dedicati alle vacanze, in cui vengono meno gli appigli quotidiani e le distrazioni, diventano un prezioso momento di confronto con noi stessi. Sta a noi imparare a coglierlo, portando avanti ciò che riguarda soltanto noi stessi e compiendo piccole scelte, coraggiose e importanti, verso la nostra felicità unica.
Qualora l’insoddisfazione e il malessere dovessero invece manifestarsi con severità, sarà opportuno rivolgersi a un professionista in grado di fornire un sostegno adeguato.