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Quello della ripresa della scuola è un momento che coinvolge tutta la famiglia e che porta con sé aspetti emotivi vari, da quelli positivi come la curiosità verso nuove sfide e la gioia di ritrovare gli amici, a quelli negativi come la preoccupazione di non essere all’altezza o rivivere insuccessi scolastici.

Nell’ambito della psicologia dell’età evolutiva la scuola viene vista come un luogo fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei bambini che qui imparano a confrontarsi con figure diverse da quelle familiari, ad accettare nuove regole di convivenza e a mettersi alla prova. Tutti questi fattori possono portare anche a un vero e proprio stress da rientro, che coinvolge diverse fasce d’età che vivono un periodo di adattamento naturale variabile.

Il rientro nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria

Sono queste le prime occasioni in cui la lontananza da casa avviene con continuità. Durante i primi giorni si potrebbero sperimentare ansie e capricci, che via via dovrebbero scomparire in favore di una nuova curiosità accompagnata da spirito di adattamento e scoperta, anche grazie al corretto supporto dei genitori. Spesso, infatti, la vera apprensione viene sperimentata dai genitori, che vivono una condizione più o meno conscia di preoccupazione e rischiano di trasmetterla, più o meno direttamente, proprio ai bambini. Qualora questa condizione di disagio dovesse verificarsi e permanere, dovremmo parlare della cosiddetta ansia da separazione che la psicanalista Margaret Mahler afferma sia uno stadio normale di vita che si sviluppa già tra gli 8 e i 10 mesi quando il bambino comprende che i genitori non scompaiono se escono dal suo campo visivo. Raggiunge poi l’apice tra i 10 e i 18 mesi e, gradualmente, si abbassa. Ci sono casi in cui ciò non accade: il bambino sperimenta allora una forma di malessere eccessiva al momento di separarsi da una figura specifica di riferimento oppure da casa, in momenti e fasi che possono coinvolgere anche l’esordio scolastico e con un’ansia classificabile come atipica per l’età e il livello di sviluppo atteso nel soggetto. La gravità dei sintomi può anche essere significativa, fino alla compromissione del funzionamento sociale o scolastico.

Il rientro nella scuola secondaria di primo e di secondo grado

Nella prima fase, il bambino ricerca autonomia e indipendenza, manifestando talvolta una difficoltà di ripresa scolastica che si manifesta nel rifiuto dei compiti scolastici o nella preparazione errata della cartella.

Il passaggio alla scuola superiore indica, invece, l’inizio di un nuovo percorso e coincide con il passaggio alla fase adolescenziale, durante la quale i ragazzi costruiscono la propria identità e aprono le porte ai futuri adulti. In particolare, in questo periodo i ragazzi sperimentano la completa maturazione fisica, conseguono il pieno sviluppo cognitivo, raggiungono la maturità sessuale e acquisiscono lo stato di adulto: tutti questi aspetti possono comportare una pressione crescente e un possibile stato di ansia.

Come riconoscere i segni del disagio

Il disagio che deriva dalla condizione di ansia da ripresa può manifestarsi con i tentativi di allungare la permanenza a casa, la difficoltà di addormentamento, gli incubi notturni e i cambiamenti nel ritmo sonno veglia, ma anche sintomi psicosomatici quali mal di testa o mal di pancia. Questi sintomi dovrebbero avere un decorso limitato nel tempo, ma se dovessero perdurare sarebbe opportuno parlarne con gli insegnanti e con un esperto dell’età evolutiva.

Nel caso invece dell’ansia da separazione, i sintomi vanno dall’eccessiva preoccupazione verso eventi imprevisti che potrebbero comportare la separazione dalla principale figura di attaccamento alla riluttanza a uscire da casa per andare a scuola, passando per un disagio eccessivo quando si prevede o si sperimenta la separazione da casa o per le ripetute lamentele di sintomi fisici quando si verifica proprio la separazione.

Non dimentichiamo poi che il rifiuto scolastico potrebbe celare problemi specifici non confidati, quali il bullismo, che potrebbero riaffiorare proprio con il ritorno a scuola.

È fondamentale, in ogni caso, imparare a cogliere preventivamente i segnali di disagio, inquadrandoli correttamente e lavorando sui punti di forza dei bambini e dei ragazzi, rivolgendosi ove necessario in maniera tempestiva a insegnanti e specialisti.