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Quanto tempo passiamo collegati ai nostri smartphone o tablet? Magari stiamo leggendo questo articolo proprio attraverso uno di questi dispositivi perché, ormai, non possiamo farne a meno. Capita di utilizzarli nei tempi morti, durante le pause oppure in coda al supermercato, e spesso anche i bambini vi trascorrono molto tempo.

Badiamo bene, non stiamo demonizzando l’utilizzo di dispositivi che fanno parte della nostra quotidianità, ma siamo qui a discutere dei rischi dell’iperconnessione e dell’abuso, sia per gli adulti che per i più piccini.

La dipendenza da cellulare

Quello della dipendenza da cellulare è un fenomeno non più trascurabile, che riguarda tutte le fasce d’età. Recenti ricerche hanno infatti mostrato come l’uso del cellulare sia introdotto già dalla più tenera età, con conseguenze importanti sulla crescita e sullo sviluppo dei bambini. Il tema di fondo non è “cellulare sì, cellulare no”, bensì l’importanza di educarsi ed educare a un uso responsabile di questi dispositivi.

Già nel 2015, le ricerche evidenziavano che ben 8 bambini su 10 erano in grado di utilizzare il cellulare e che il 30% dei genitori utilizzavano questo mezzo per calmarli o distrarli durante il primo anno di età. Questo dato arriva al 70% nel secondo anno di vita. Secondo il report “Bambini e lockdown”, realizzato dall’Università Bicocca di Milano, prima della pandemia i bambini tra i 6 e i 10 anni a possedere uno smartphone (di proprietà) erano il 23%: il dato è salito ora al 58%. Oltre la metà di questi bambini utilizza il telefono per giocare, guardare video o tv tra 1 e 3 ore in media al giorno. Il consumo è aumentato durante il lockdown, ma non è calato con la riapertura delle scuole.

Gli effetti della precoce e prolungata esposizione alla tecnologia digitale

Un utilizzo sbagliato dei device può influenzare negativamente l’apprendimento e lo sviluppo dei bambini, ma anche il sonno e il loro benessere generale.

I bambini apprendono attraverso l’esperienza diretta e concreta del mondo: quella virtuale, offerta dai dispositivi, non presenta contenuti realmente educativi e non è strutturata per un’interazione duale. Un’elevata quantità di tempo trascorsa davanti allo schermo, inoltre, è correlata a minori profitti nei compiti, bassi livelli di attenzione e relazioni più povere con i pari. L’uso dei dispositivi, poi, può incrementare la stimolazione psicofisiologica, ritardando il ritmo circadiano e interferendo con la qualità del sonno. Utilizzare poi i dispositivi per più di 2 ore al giorno, nell’infanzia, può impattare negativamente sul benessere generale e portare a conseguenze tardive quali alimentazione scorretta, dolore posturale e problemi comportamentali.

Le raccomandazioni degli esperti

È importante non demonizzare l’utilizzo degli smartphone e dei dispositivi tecnologici, ma è fondamentale educare da subito i bambini a un uso consapevole attraverso regole chiare.

Si raccomanda, perciò, l’astensione nei bambini di età inferiore ai 2 anni, 1 ora prima di andare a dormire, durante i pasti e come mezzo di pacificazione per mantenere i bimbi calmi in luogo pubblico. Tra i 2 e i 5 anni l’esposizione dev’essere limitata a meno di 1 ora e tra i 5 e gli 8 anni a meno di 2 ore, ma soprattutto bisogna individuare programmi di alta qualità, da guardare solo in presenza degli adulti e l’uso dei dispositivi dev’essere condiviso con i genitori per promuovere le interazioni e l’apprendimento.