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Ricorre oggi la Giornata mondiale dell’amicizia, istituita dalle Nazioni Unite con la risoluzione 65/275 per promuovere una cultura di pace tra i popoli. Ma cosa si intende per amicizia?

L’amicizia è quel rapporto umano che nasce dall’incontro tra almeno due persone che percepiscono interessi, valori e ideali comuni, basato su sentimenti di affetto, aiuto reciproco e fiducia. L’interazione tra amici è così fondata su complicità, condivisione e vicinanza e dà vita a un rapporto paritario, libero da obblighi e richieste. Gli amici sono un punto di riferimento con cui essere noi stessi e condividere argomenti che non affronteremmo con il nostro partner oppure con i nostri stessi familiari. L’amicizia, inoltre, ci aiuta a mantenere il rapporto con l’esterno e ci impedisce di isolarci nei nostri pensieri.

L’amicizia nei bambini e negli adolescenti

Durante l’infanzia, l’amicizia si basa per lo più sul gioco. In questa fase, le amicizie sono sincere perché i bambini si mostrano per come sono davvero e tendono a essere sempre onesti e sinceri con i propri amici.

Durante la fase adolescenziale prendono vita le amicizie che vengono spesso definite “storiche”. Gli amici divengono come una seconda famiglia che accoglie le tempeste ormonali, gli innamoramenti, le inquietudini e i conflitti con il nucleo familiare di origine. Al tempo stesso, i rapporti si complicano per via delle turbolenze psico-fisiche tipiche proprio dell’adolescenza.

Se nell’infanzia l’amicizia è una tappa importante per superare lo stadio egocentrico, nell’adolescenza tende a realizzarsi in forme esclusive determinando, talvolta, un tipo di attaccamento simile all’amore che porta con sé anche crisi di gelosia e derive distruttive.

L’amicizia equilibrata

Quando bilanciata, l’amicizia diviene un “non-luogo” di riposo, un porto sicuro dalle lotte e dagli scontri che salvaguarda il singolo e diventa antidoto preziosissimo contro l’intolleranza e la rabbia. L’amicizia è una forma di amore che esclude il dominio sull’altro e celebra un dialogo in cui le differenze divengono fonte d’ispirazione e regalano la possibilità di uno scambio libero. All’interno di questa relazione privilegiata di tipo fraterno, ma svincolata dalle imposizioni della consanguineità, ci si emancipa dai desideri fraterni ed edipici, si superano gli eventuali residui – normali e patologici – del narcisismo e si favorisce la nascita di un campo dinamico, produttivo e intersoggettivo in cui dialogare autenticamente con l’Altro.

L’amico, insomma, rende sopportabile sia la realtà psichica che quella esterna e agisce come alleato che rinforza e arricchisce l’identità del singolo e favorisce la gestione e la conservazione dei sentimenti ambivalenti di amore e odio.

L’amico ci conduce verso la socializzazione e la creatività attraverso un incontro empatico genuino.

L’amicizia in psicologia

Secondo Ludwig Binswanger, psicologo, psichiatra e filosofo svizzero, l’amicizia costituisce una struttura essenziale della costituzione umana, la cui esistenza è una co-esistenza fondata sulla partecipazione. Ognuno prende parte all’altro in tre possibili forme:

  • Partecipare con qualcuno a qualcosa, cioè condividere;
  • Parteciparsi qualcosa l’un l’altro, cioè scambiarsi contenuti rispetto cui rimanere non partecipi;
  • Partecipare al medesimo destino, la forma più autentica di amicizia che non esclude le precedenti, bensì le supera dando vita alla “confidenza”. Condividere diventa dischiudersi con l’altro allo stesso destino.